Come scegliere il tipo di gatto

02/12/2014
Come scegliere il tipo di gatto
Molte possono essere le occasioni per diventare proprietari di un gatto. Lo si può desiderare a lungo e magari comprarlo in un allevamento, scegliendo un promettente figlio di campioni, oppure si può raccogliere, senza pensarci troppo, un cucciolo abbandonato; quest’ultima azione fa onore al gattofilo ed è certo lodevole.

Di razza o trovatello?

Nel caso si desideri un gatto di razza e lo si voglia acquistare con tutte le carte in regola è bene tenere a mente alcune cose importanti. Non è facile scegliere da chi acquistare il piccolino; vi sono negozi specializzati, che presentano il vantaggio di offrire una vasta scelta di razze, anche se è sempre meglio rivolgersi ad allevatori qualificati, che solitamente sono specializzati solo in una o due razze diverse ma che possono dimostrare di saper selezionare le razze che allevano con criteri precisi e, soprattutto, con tanta passione. I migliori allevatori si incontrano di solito alle esposizioni feline, che ogni anno vengono organizzate in diverse città. La profonda passione dell’allevatore è garanzia per chi acquista; bisogna invece diffidare di chi fa degli animali un semplice “oggetto” commerciale: il gatto non è un pacco: dobbiamo sceglierlo sapendo che diventerà il nostro compagno per lunghi anni. È utile e interessante andare a vedere di persona il luogo dove vengono alloggiati i riproduttori e i gattini allevati, per assicurarsi che il piccolino sia ben allevato e soprattutto sano. Bisognerà esaminarlo con molta attenzione, badando che gli occhi siano ben aperti, senza segni di infiammazione o di secrezione lacrimale, mentre la terza palpebra non dovrà essere prominente. Il respiro dovrà essere regolare, il naso umido, pulito e privo di muco; anche la tosse e gli starnuti possono essere sintomo di qualche malattia in atto. Le orecchie devono essere pulite, senza tracce di cerume e inodori; la bocca sarà rosea, le gengive non dovranno essere infiammate e i denti saranno bianchi e ben visibili. Inoltre il mantello, che deve essere lucido, soffice e morbido, non deve “ospitare” parassiti o presentare zone prive di pelo. L’addome non deve essere teso, e si dovrà esaminare sia la cuccia sia la zona perianale per accertarsi che non vi siano tracce di diarrea. Il cucciolo deve essere giocherellone e curioso, deve muoversi e saltare liberamente; se apparisse timido e pigro potrebbe nascondere qualche malattia. È bene però che abbia superato i due mesi di vita affinché sia stato svezzato, sverminato e vaccinato convenientemente contro gastroenterite, rinotracheite e calicivirus (a questa vaccinazione dovrà seguire il richiamo una ventina di giorni dopo). Ma che tipo di gatto acquistare? A pelo corto o a pelo lungo? Di quale taglia? La scelta della razza dipende solitamente dai gusti personali, dalla moda e dalle conoscenze che l’acquirente possiede circa il carattere, il temperamento, le cure e il tipo di “manutenzione” che ogni singola razza richiede. La situazione può essere diversa quando, magari senza aver mai pensato di diventare proprietari di un micio, si incontra un cucciolo abbandonato o un randagio bisognoso di cure. Naturalmente l’unica cosa da fare è raccoglierlo e offrirgli un buon pasto e un giaciglio, in una parola una famiglia. La visita del veterinario stabilirà lo stato di salute e le eventuali cure necessarie. Può così cominciare la bellissima avventura del rapporto gattopadrone e il nuovo amico, bello o brutto, maschio o femmina e di chissà quale colore, resterà comunque un compagno riconoscente a chi gli è venuto in aiuto. Chi non ha mai posseduto un gatto scoprirà che è un animale pulito, privo di odori, affettuoso, discreto e dignitoso, pigro, indipendente e individualista ma simpaticissimo.

Come sarà da grande?

Osservando con occhio attento i primi comportamenti di gioco di un gattino si può intuire come sarà da grande. Ecco quindi qualche spunto di carattere etologico per meglio focalizzare gli atteggiamenti del cucciolo.

IL CAPO. Sguardo fisso, coda alzata, pelo dritto: non c’è che dire, il cucciolo che si comporta così durante il gioco ha tutte le intenzioni di diventare un capo. Infatti lo sguardo dritto e sicuro snerva l’avversario e lo costringe a una prima mossa, a cui il futuro “boss” risponderà assumendo la posizione eretta che gli permetterà di sfoderare denti e artigli come armi d’offesa.
IL CACCIATORE. Avete presente la posizione“a sfinge”, con il posteriore un po’sollevato da terra, che assume un gattino quando gioca? È l’atteggiamento tipico del gatto incline alla caccia: questa è infatti la posizione che gli adulti assumono, quando pedinano la preda. Se poi il cucciolo mostra una insospettata agilità, un perfetto controllo dell’equilibrio e sferra zampate decise ad ogni oggetto che gli dondola davanti, è praticamente certo: sarà un eccellente cacciatore.
IL COMPAGNONE. Sguardo attento, interesse per i suoi simili più che per le cose e orecchie in avanti per meglio captare i suoni evidenziano che la curiosità di conoscere gli altri è la caratteristica principale del suo carattere. Un gattino così è un ottimo gregario per gli altri gatti e un perfetto compagno per i bambini. Per riconoscerlo basta guardarlo giocare: è interessato a tutto e vuole annusare e toccare tutto, dalla pallina che rotola alle code dei fratelli, senza distinzioni di sorta.
IL COCCOLONE. Sempre attaccato alla coda della mamma, è timido e poco propenso ai giochi turbolenti. Quando poi è l’ora della pappa resta nei pressi della madre, si siede e miagola a perdifiato: ecco l’identikit dell’eterno cucciolo. Un cucciolo così da adulto sarà sempre dipendente dal proprietario e prediligerà ozi e poltrone al di sopra di tutto.
L’INDIPENDENTE. È il primo della cucciolata ad affermare la sua “privacy”. Gioca, ma quando si stanca, non ammette repliche e se viene stuzzicato per continuare, si difende con zampate ben assestate. Ama osservare gli altri da postazioni elevate e sfodera sguardi enigmatici e dissuasivi. È l’atteggiamento tipico del gatto indipendente che non ama molto il contatto fisico né con i suoi simili né con le persone. Insomma, un vero contemplativo con un pizzico di aplomb inglese.

Maschio o femmina?

Ci si trova di fronte a una bellissima cucciolata: i più, per un malinteso senso di protezione, si sentono attratti dal più piccolo e gracile. Non commettete l’errore di preferirlo agli altri! È questa una scelta che vi può far incappare in un esemplare con innumerevoli problemi di salute: potrà, sì, trasformarsi in un bel gattone, ma solo a prezzo di lunghi e dispendiosi sforzi; se, invece, sceglierete un cucciolo più robusto, mamma gatta avrà modo di dedicarsi a lui e di accudirlo fino a renderlo, in pochi giorni, come gli altri. Fatta questa premessa, sarà bene, quindi, che concentriate la vostra attenzione verso i cuccioli svezzati che hanno un peso superiore ai 700 grammi, occhi ben aperti e brillanti (non devono mai essere lacrimosi), pelo lucido e soprattutto che siano vivaci e agili. A questo punto, il futuro proprietario si chiede: è meglio un maschio o una femmina? Premesso che ogni esemplare ha una spiccata individualità, aiutarlo a trovare la risposta è praticamente impossibile. Vediamo quali possono essere le differenze. Per quanto riguarda il fisico. Il maschio è, generalmente, più grosso, per cui è più gradito a chi desidera il “micione”; la femmina, più longilinea e con il musetto più sottile, risulta più graziosa ed è, di solito, più agile e delicata nei movimenti; quindi, lei riuscirà a passeggiare senza danno tra i fragilissimi soprammobili di Murano o di Capodimonte, situati in luoghi, ovviamente, “irraggiungibili”; lui... beh, sarà molto meglio che non ci arrivi! Per quanto riguarda il carattere. Lui tra le mura domestiche, contrariamente a quanto si dice, rimane sempre cucciolo, bisognoso di affetto e di carezze in qualsiasi momento; conscio, però, del suo ruolo di maschio, è pronto ad accogliere e ispezionare chiunque suoni il campanello dell’ingresso, oltre a contendere la poltrona preferita del padrone di casa; lei, più indipendente all’apparenza, è più disponibile a dare tutta se stessa, ma solo al componente della famiglia da lei prescelto. E se avrete ospiti? Verrà a curiosare solo quando sarà convinta che nessuno la osservi, dopo essere stata a lungo nascosta.

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Si ringrazia per i contenuti Giunti Editore - De Vecchi

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